Non do più fiato al mio orologio
Non m’importa conoscere il tempo
Mi accontento di questa strada impervia e poco salubre
Mi affanno per l’invisibile
È l’unico affetto indispensabile
Mentre tenere, mi odiano
Queste stupide nuvole d’acciaio
Non sono più le ovattate ombre
Delle avventure delle madame pallide
Che soggiornano lassù
Ah potessi tornare infante
Tra le passeggiate di novembre
E l’amore di primavera
Mai più sarò così ingenuo
Mai più serena-la vita mia-
Mi darà pene e storie da scrivere
Su quella strada ridotta a brandelli e fumo
Io ho gettato tutto il mio destino
Beato chi ancora canta, stonato,
ai piedi stanchi di un camino
tutta la sua vaga esistenza
senza desistere all’inventiva
che piano piano la coscienza
ha tramutato in solitudine
ma è abbandono che non uccide
tutti i suoi sensi
che gioisce ingordo
delle sue allegrie da briccone.
Non m’importa conoscere il tempo
Mi accontento di questa strada impervia e poco salubre
Mi affanno per l’invisibile
È l’unico affetto indispensabile
Mentre tenere, mi odiano
Queste stupide nuvole d’acciaio
Non sono più le ovattate ombre
Delle avventure delle madame pallide
Che soggiornano lassù
Ah potessi tornare infante
Tra le passeggiate di novembre
E l’amore di primavera
Mai più sarò così ingenuo
Mai più serena-la vita mia-
Mi darà pene e storie da scrivere
Su quella strada ridotta a brandelli e fumo
Io ho gettato tutto il mio destino
Beato chi ancora canta, stonato,
ai piedi stanchi di un camino
tutta la sua vaga esistenza
senza desistere all’inventiva
che piano piano la coscienza
ha tramutato in solitudine
ma è abbandono che non uccide
tutti i suoi sensi
che gioisce ingordo
delle sue allegrie da briccone.
Nessun commento:
Posta un commento