Posto che la noia è la mia più grande sciagura, tu sia la benvenuta, lieta creatura, qui dove non esistono regole nè tristi realtà da dover sopportare. Il peso delle tue offese non sarà mai una scusa per sbatterti fuori, io vorrò sempre ascoltarti e annegare incantato nei tuoi occhi.

lunedì 13 settembre 2010

Il n'y a pas de future(è così?Chissenefrega!)

Mio dio come pesa il soffitto e la pioggia non filtra da queste pareti buie e tristi, tristi nei loro squallidi e scarsi compensati. Dimmi un po',Pierrot, mio fido compagno, sdoppiamento della mia non-lucidità, quanto manca? Quand'è che tutto si sarà spento, che ogni automobile non sarà più automobile, che ogni destra non sarà più destra, nè di un braccio, nè di un partito? Quando? Sicuramente tardi,troppo tardi. Mi duole lo stomaco, non voglio mangiare, non voglio niente. Non sento più niente, annientato nella mia persona. E fra l'altro senza una valida ragione...Sai,una volta credevo fosse realmente così, poi ho scoperto che non serve una ragione per quell'abissale vuoto, colosso di tormento e sevizia eterna. Non ci lascia stare, il male non riposa mai, è sempre vigile, sempre pronto. E' crudele, spietato, mai magnanimo, non si complimento e non riesci a sfogarti, batti i pugni a terra e i polsi abbandonano la tua sensibilità. Ma poi? Il dolore "astratto" è più insopportabile di quello fisico, checchè ne dicano. Il dolore fisico ha fine, quello astratto no. E dovresti conoscere ottime persone,Pierrot, maschera incompresa della Luna, la tua luna,dedalo di soggiorni di sogni mai appassiti. C'è una Poetessa che è incredibilmente bella, e non vi è nulla che ne turbi la bellezza, la pura e essenziale bellezza, capriccio, forse, d'una ben più grande maledizione. E poi una guerriera, inafferrabile, creatura affascinante come nessun altra. E precipitano, precipitano anche loro. A volte mi chiedo come potranno mai morire due persone come loro, proprio non me lo spiego. Non riesco a farmene una ragione, perchè è come se avessero già fregato la morte, perchè la vita stessa le ha incastrate,bramando le loro ali. Gente così fantastica non dovrebbe mai soffrire, in queste occasioni desidererei il monopolio della sofferenza. Poter crepare solo,senza aver mai conosciuto tali altitudini, così da poter accettare veramente la morte. Se io morissi sarei libero,come l'aria il polline e i termosifoni, sbarazzati o no, come il male, il bene, tutti liberti,senza definizione. E foglie d'erba, e cliniche. Ma la cura?Se un giorno io dovessi morire, spero proprio nessuno ne soffra, anche se almeno avrò il privilegio di non vedere i loro volti. Ma,credimi,Pierrot se ti giuro che non ho futuro. Non c'è, non c'è, davvero! Mia madre che mi parla di università,di lavoro, senza ch'io sappia ancora se domani sarò ancora ancorato in questo labirinto di nebbia e di spiritati sospiri. E persone che hanno sempre finto d'amarti che improvvisamente ti accusano di un cambiamento,distruggendoti perchè tu sai di aver celato l'amarezza per interi anni per loro. Per il fottutissimo affetto che provavi. Ma non resterà niente, nè polvere, nè binocoli. Non so niente. Non sento niente. Se un giorno dovessi morire, sarà un epilogo dignitoso? Che ne è stato della mia vita? Cosa? Una camporella finita male'?Scene di tragicomico stampa? Tutto è inutile, vuoto, e mi fa male. Tremendamente male. Ma il cielo vi benedica, amorevoli doni del padre cielo e della madre tempesta. Sissy con i versi tatuati in cuore e tu, Anna, la migliore anima pura io abbia mai avuto la fortuita occasione d'incontrare, pura, sì, in ogni angolo di pelle. Così è stato. Così fu.
Un detto francese recita "Chacun porte sa croix,moi je porte un plume",ma portare piume è ben più doloroso, perchè la sublimazione dei problemi ne limita i contenuti e una volta sprovvisti di pazienza ci si lascia travolgere dagli eventi come piume,appunto. Io ho amato e amerò,spettri.

giovedì 9 settembre 2010

tutto in un tremulo istante(catturate le reliquie)


Hena ha un sorriso largo quanto il cielo
Due mani nascoste
Cascanti sui fianchi
Due occhi intensi, vicini
Un cuore profondo
Che dal più piccolo dei sospiri
Disseta la mia anima
È un sogno incantevole

Con le sue fantasie travolgenti
Dipinge il suo Universo
E io vorrei vederla felice
Per scoprire ch'ogni suo sforzo
Non è andato mai disperso

Alle volte inventa storie così bizzarre e vere
Che non mi meraviglierei
se fosse un alieno,un’invenzione
o figlia delle sirene
Che con il loro bel canto
Mi distraggono e mi ammaliano
Così come Hena, forse distratta
Non sa di fare

Hena è una ragazza
Eterna Peter Pan nei suoi occhi
Un brillante saltimbanco
Che per rivoltante ribrezzo
Ha affilato le unghie
Gatta indomabile
Fuoco che brucia
Che ha placato, lentamente,
le mie solite ferite.


*scritta un anno fa, non appena le mie pupille intravidero l'isola che non c'è
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