Posto che la noia è la mia più grande sciagura, tu sia la benvenuta, lieta creatura, qui dove non esistono regole nè tristi realtà da dover sopportare. Il peso delle tue offese non sarà mai una scusa per sbatterti fuori, io vorrò sempre ascoltarti e annegare incantato nei tuoi occhi.

mercoledì 24 febbraio 2010

Frase rimastami impressa


Tratto da "Otello" di William Shakespeare

Otello:"Pensa ai tuoi peccati"
Desdemona:"L'amore che ho per voi"
Otello:"E per quello morrai"

martedì 16 febbraio 2010

Il Prigioniero


Io sono un prigioniero
Che assicura a venti danzanti
La sua immaginazione
Che rapisce eteree creature ogni giorno
Sparse nell’aria di un’arsura
che non sento più
Perché qui piove ogni giorno
E sono lacrime amare da nascondere
Per me che odio il mio nome e il mio corpo
Eppure, come un eletto,
io sposto i miei talloni e proseguo
verso l’infinito delirio
che nessuno comprende
che è vita accasciata ad un corpo smorto
che non risplende più
che brucia la sua pelle
la sua muta secca e lurida
non cambia mai.

Io sono prigioniero
Dei miei stessi pensieri
Sono l’acume rapito
Dalla mano feroce della pazzia
Che pretende la morte
Poiché tanto correndo
Non trova mai pace
Alla sua nostalgia
Ai suoi colorati desideri
Incuranti del male
Che vuole lo spirito
Diventi normale
E io voglio il mio anelito
Non plachi il suo eterno cercare
Oltre questa cella buia
Il suo arcano Paradiso

Alda Merini-Il testamento.

Se mai io scomparissi
presa da morte snella,
costruite per me
il più completo canto della pace!

Ché, nel mondo, non seppi
ritrovarmi con lei, serena, un giorno.

Io non fui originata
ma balzai prepotente
dalle trame del buio
per allacciarmi ad ogni confusione.

Se mai io scomparissi

non lasciatemi sola;blanditemi come folle!

venerdì 12 febbraio 2010

Il mio mondo è vuoto senza te


Il mio mondo è vuoto senza te
È rimbombo
Ad ogni passo
Un silenzio in attesa
Ad altro vacuo peccato
Ad altra frustrazione ribelle
Ad altre fiamme ossidriche
adagiate alla mia pelle
Vuoti occhi di chi ha veduto e poi
Come d’incanto
Ha ceduto ad un incantesimo


Io volevo accorgermi di te
Con più carne
Con più sentimento
Con impeto pari alle stelle
Che deridono noi mortali
Luccicando tenebrose

Il mio mondo è vuoto senza te
Non ci sono più frontiere
Da varcare
Niente più lacrime di vino
Su sfumature e baccanali di pietra
E spirito che allegra
Ti riporta ai miei sogni
Ai miei più bei traguardi
In cui nuda su diamanti
Non mi risparmiavi la danza del ventre
E il tuo ventre lacrimava festoso
Assecondava, indeciso,
le mie perversioni
giochi d’amore
che impallidiscono
alla monotonia schiava delle precauzioni
torna da me

perché il mio mondo è nulla
senza le tue cosce possenti
senza la forza dei tuoi pensieri
torna a trovare le mie suggestioni
ma torna da me
non lasciarmi avvelenare
sii tu il mio antidoto
l’antrace accattivante.

domenica 7 febbraio 2010

Alda Merini mix(cosicchè io non ti dia altra angoscia)


perdonerai la mia monotonia, la mia ripetitività, ma io amo questa donna.


spegnimi

Spegnimi come il lume della notte,
come il delirio della fantasia.
Spegnimi come donna e come mimo,
come pagliaccio che non ha nessuno.
Spegnimi perché ho rotta la sottana:
uno strappo che è largo come il cuore


Da "La carne degli angeli"

E così lui, che è la colonna assoluta del mio silenzio, lui che è il mio vero amore, lui che non toccherà mai il mio corpo perché è un eletto, verrà confortato solo dalla vostra fede, che farà vedere a quest’uomo gli eterni domini di Dio.


Lettere

E' bellissimo tornare a Milano, di notte. Si potrebbe lasciarla per sempre solo per andare in Paradiso. Ma forse desidererei, anche da lì, la mia casa



Quando passeggiavo con Wally Toscanini
Uno che ha visto la miseria dei Navigli, non può capirne la ricchezza. Io la miseria l’ho vista, l’ho vissuta: le lavandaie, le povere e affaticate lavandaie, la nebbia che tutto copriva, i primi bar che vendevano le sigarette sottobanco perché era reato. Ci sono nata, sui Navigli, un quartiere che era a misura d’uomo e che adesso ha perso tutto, a cominciare dall’amore. Ci sono nata, sui Navigli, e da qui partivo per i miei viaggi a piedi nella città. Andavo in Galleria, a Montenapoleone, in piazza del Duomo, andavo nei negozi, andavo sulla strada. Incontravo Wally Toscanini, le sorelle Fontana, un giorno incontrai anche Enrico Cuccia: «"Senta dottore, ho fame" gli dissi. "Buon segno", mi rispose lui». Era una Milano dove esser figli di un assicuratore, un assicuratore come mio padre Nemo, era un segnale di benessere. Il benessere... e la polenta. Vecchi miei Navigli. Oggi ci sono solo commercianti, troppi commercianti. E muratori: nessuno mi ha difesa da loro, che a colpi di piccone e con una gru che pareva uno strumento di tortura, si sono presi il mio solaio. Non c’è stato verso. C’è quest’isola pedonale, adesso. Le automobili non possono passare, e così, da me, a trovarmi, ormai vengono solo vecchi barboni. Ridatemi la mia «Seicento», ridatemi la mia povertà... Non mi piacciono, «questi» Navigli. Non mi piace questa città che all’anziano chiede di tutto, e sempre di più, senza nulla dar in cambio. C’è qualcosa che mi attrae, del quartiere? Nulla, non c’è nulla. Mi domandano: e perché rimani allora? Rimango perché qui ho vissuto con mio marito, qui ho creato le mie poesie. I canali, le acque, i battelli? Io chiuderei tutto, chiuderei i Navigli, ci farei una grande strada, un’Appia antica, larga, bella larga, infinita. Alda Merini


Il genio muore per se stesso
e chiede d’esser sepolto
entro memorie deboli.


Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.


venerdì 5 febbraio 2010

Un titolo che è un Universo di parole

Non m'interessa se non avrò mai pace o gratificazione, se non trascorrerò mai notti appaganti e sterili di odio. Sai, una volta soffrivo molto di più, ora l'abitudine ha preso il sopravvento sul fervore dei miei sensi. Continuo a ripeterlo, ma è così. E non scordarti che mai nessuno ti ha invitato nel caos di questa rete-trappola infernale. E' rabbia che sale, se rifletti, è un travestimento degno dello zecchino d'oro, ma credimi a volte non ho altre soluzioni, a volte mi lascerei morire a testa n giù con tutto il dolore che ne conseguirebbe, con tutto il delirio di un moribondo. Sai, nulla, io non sono affatto come tu credi, non mi sento un essere umano, non mi sento uomo, non mi sento io, non mi sento, punto. E riderai di me, ne sono più che sicuro, ma poi non potrai più ferirmi, perchè raggiungerò gli inferi della mia maledizione, scoverò demonesse dal capo velato e dalle ciglia assenti che obbediranno ai miei mancati comandi, con la gioia dell'improvvisazione. Io riderò, prima o poi, ma riderò con il cuore, con l'animo squarciato di chi ora applaude il fantoccio precedente. Mi lascio guidare, io, non seguo mai il filo del discorso, perchè la parole non sono macchine catapultate nel traffico, sono solo e soltanto parole, che noi rendiamo e paghiamo molto di più. Saranno questi secondi, sarà questa nottata appena cominciata che mi riporta qui, a questa scrivania traballante illuminata da una fioca luce rossastra a farmi scrivere senza freni, perchè è la mia più grande droga, è l'incenso cui non mi sottraggo e che respiro a narici dilatate. Un giorno, ti prometto, il Niente tornerà a casa, così com'è stato il principio, così come sarà il tuo candido abbraccio invernale. sogno l'autunno e rigurgito la primavera, ma lascio andare il tempo e passivamente ascolto ancora i mie mostri. I miei poeti dagli elucubrati pensieri, quando si lasciano andare, sono sole e acqua, un meraviglioso deserto riarso, una piana secca di paure e piena di sogni e speranze, una stanza che è questa, orrida ma ospitale, in cui sta rilegata tutta la mia ridicolaggine e la mia voglia di evasione. Un giorno, ti prometto, ti correrò incontro e ti porterò le mie dita, cosicchè non scapperò più a scrivere, come un fuggitivo senza più miracoli, nè vane speranze, e ti udirò fino a non poterne più, fino ad intravedere il buio nella tua luce, mangerò i frammenti del tuo orgoglio e sarò contento, forse, e sarò io, Aldo,Molly,il Niente, sarò come mi vorrai chiamare, convinto, forse, di sentirmi a casa.

Questo post è rigorosamente vietato ai minorati....BAN BAN BAN BAN

martedì 2 febbraio 2010

citazione Charles baudelaire


Maudit soit à jamais le rêveur inutile
Qui voulut le premier,
dans sa stupidité,
S'éprenant d'un problème insoluble et stérile,
Aux choses de l'amour mêler l'honnêteté !

Maledetto per sempre il sognatore inutile
che per primo volle, nella sua stupidità,
perduto in un problema sterile e insolubile,
mischiare l’onestà ai fatti dell'amore!

*tratto dalla raccolta "Fleurs Du Mal" di Charles Baudelaire, in particolar modo dalla poesia "Femmes damnées"