Posto che la noia è la mia più grande sciagura, tu sia la benvenuta, lieta creatura, qui dove non esistono regole nè tristi realtà da dover sopportare. Il peso delle tue offese non sarà mai una scusa per sbatterti fuori, io vorrò sempre ascoltarti e annegare incantato nei tuoi occhi.

venerdì 5 febbraio 2010

Un titolo che è un Universo di parole

Non m'interessa se non avrò mai pace o gratificazione, se non trascorrerò mai notti appaganti e sterili di odio. Sai, una volta soffrivo molto di più, ora l'abitudine ha preso il sopravvento sul fervore dei miei sensi. Continuo a ripeterlo, ma è così. E non scordarti che mai nessuno ti ha invitato nel caos di questa rete-trappola infernale. E' rabbia che sale, se rifletti, è un travestimento degno dello zecchino d'oro, ma credimi a volte non ho altre soluzioni, a volte mi lascerei morire a testa n giù con tutto il dolore che ne conseguirebbe, con tutto il delirio di un moribondo. Sai, nulla, io non sono affatto come tu credi, non mi sento un essere umano, non mi sento uomo, non mi sento io, non mi sento, punto. E riderai di me, ne sono più che sicuro, ma poi non potrai più ferirmi, perchè raggiungerò gli inferi della mia maledizione, scoverò demonesse dal capo velato e dalle ciglia assenti che obbediranno ai miei mancati comandi, con la gioia dell'improvvisazione. Io riderò, prima o poi, ma riderò con il cuore, con l'animo squarciato di chi ora applaude il fantoccio precedente. Mi lascio guidare, io, non seguo mai il filo del discorso, perchè la parole non sono macchine catapultate nel traffico, sono solo e soltanto parole, che noi rendiamo e paghiamo molto di più. Saranno questi secondi, sarà questa nottata appena cominciata che mi riporta qui, a questa scrivania traballante illuminata da una fioca luce rossastra a farmi scrivere senza freni, perchè è la mia più grande droga, è l'incenso cui non mi sottraggo e che respiro a narici dilatate. Un giorno, ti prometto, il Niente tornerà a casa, così com'è stato il principio, così come sarà il tuo candido abbraccio invernale. sogno l'autunno e rigurgito la primavera, ma lascio andare il tempo e passivamente ascolto ancora i mie mostri. I miei poeti dagli elucubrati pensieri, quando si lasciano andare, sono sole e acqua, un meraviglioso deserto riarso, una piana secca di paure e piena di sogni e speranze, una stanza che è questa, orrida ma ospitale, in cui sta rilegata tutta la mia ridicolaggine e la mia voglia di evasione. Un giorno, ti prometto, ti correrò incontro e ti porterò le mie dita, cosicchè non scapperò più a scrivere, come un fuggitivo senza più miracoli, nè vane speranze, e ti udirò fino a non poterne più, fino ad intravedere il buio nella tua luce, mangerò i frammenti del tuo orgoglio e sarò contento, forse, e sarò io, Aldo,Molly,il Niente, sarò come mi vorrai chiamare, convinto, forse, di sentirmi a casa.

Questo post è rigorosamente vietato ai minorati....BAN BAN BAN BAN

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