Posto che la noia è la mia più grande sciagura, tu sia la benvenuta, lieta creatura, qui dove non esistono regole nè tristi realtà da dover sopportare. Il peso delle tue offese non sarà mai una scusa per sbatterti fuori, io vorrò sempre ascoltarti e annegare incantato nei tuoi occhi.

sabato 30 gennaio 2010

Malato terminale di vita


Io non lo so. Non so perchè mi sento così. Solamente riconosco questa senazione, quest'orribile sentimento cui non so dare un nome, ma che so tastare con mani sanguinanti. E' un miscuglio di noia, di sofferenza immotivata, di cruciale nostalgia, un mattone piombante a tutta forza sull'anima. Una pietra abnorme che precipita sulla mia abominevole faccia.Mi sfigura, mi uccide. E mi ritrovo di nuovo ad essere triste, perchè io mi sento diverso, perchè non mi accontento, perchè al lunatismo si aggiunge un'acuta tristezza che si insinua a passo felpato dentro di me. E'il male di vivere, e lentamente ti lasci andare alla corrente e la felicità è sempre più inafferrabile, e sempre più ti differenzi dalla massa e scovi un angolo di gratitudine nel gelido abbraccio della solitudine. Pian piano cominci a rilassarti, ma dormi sempre su un letto di fiamme e vecchi chiodi arruginiti. E allora muori, lentamente, ogni giorno sempre di più, finchè non arrivi su un letto di morte, disteso in quella farsa commediola di parenti afflitti e straziati dal dolore e allora ridi, ridi sguaiatamente perchè non sai che altro fare, perchè il prossimo secondo non esiste e sicuramente è meglio assaporare quest'ultimo momento,piuttosto che non essere prima di non esistere più. Io sono un malato terminale di vita e soave oramai ho costruito le mie ragnatele nell'ala protettiva della fantasia, della bellezza della poesia, nella prosopopea di una canzone. Per ora, grondante di sangue per le ferite aperte auguro a tutti voi un fottuto trapasso e una notte leggera e deliziosa.

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